L'interessante volume presentato da Gregory F. Treverton (già Vice Presidente del National Intelligence Council statunitense, “Senate Investigator”, ex membro del National Security Council, consulente della RAND), è frutto della sua esperienza personale e costituisce un'attenta riflessione sui compiti e sugli obiettivi che l'intelligence dovrà ridisegnare per poter essere in grado di confrontarsi, guardando avanti, con le grandi trasformazioni globali, le innovazioni tecnologiche, le nuove minacce emergenti nell'Era dell'Informazione.
Durante il periodo della Guerra Fredda, l'intelligence definiva il suo lavoro alla stregua di un'attività volta a carpire i segreti, la cui raccolta, soprattutto incentrata sull'Unione Sovietica, costituiva il compito principale. Si preoccupava di risolvere puzzle e misteri e disponeva e controllava un limitato numero di informazioni basate su foto satellitari, intercettazione di comunicazioni e rapporti redatti da spie.
Ora il mondo dell'intelligence si è completamente trasformato, si affaccia verso il 2010 ed oltre e riguarderà l'informazione concepita come conoscenza del mondo ai massimi livelli qualitativi, mediante l'utilizzo di tutte le fonti, in un contesto in cui i segreti non avranno più l'importanza che avevano in precedenza e l'attività di selezione diventerà invece la sfida più importante.
La Comunità di intelligence ai nostri giorni si deve infatti confrontare con un mondo aperto, con una vasta quantità di informazioni in parte inattendibili. In questa Era dell'Informazione i decisori politici saranno sempre più dipendenti dagli intermediari delle informazioni “Information brokers”. Nel momento in cui l'accesso all'informazione aumenterà, i decisori politici richiederanno sempre più l'attività di elaborazione e di analisi delle informazioni. Se la raccolta si presenta più facile da realizzare, la selezione sarà dunque più ardua. I funzionari governativi saranno sommersi dalle informazioni e dipenderanno sempre più da coloro che le selezionano, le elaborano, le verificano e ne riconoscono la vera attendibilità. Aumenteranno dunque gli intermediari dell'informazione, i navigatori della rete, gli osservatori, essi saranno gli analisti esperti in tutte le discipline, giornalisti, accademici “elaboratori a pagamento”. Da loro dipenderà il processo di elaborazione dell'informazione.
Questo bisogno dell'intelligence di riorganizzare se stessa in rapporto ad altri operatori ed esperti migliorerà anche il rapporto dell'intelligence con i decisori politici in quanto sarà assicurato loro un flusso informativo costante attendibile e qualitativamente migliore.
Infine, ad avviso dell'Autore, l'intelligence non potrà prescindere dalla cooperazione con altri partners stranieri, al fine di definire con più certezza gli obiettivi da identificare per attuare una strategia di contrasto più efficace.
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